Elemento catalizzatore di ogni cosa.E’ il dono che ha Enea Bracciali di contagiare l’immaginazione del pubblico con il diversi miti che lo ispirano. Sia direttamente che indirettamente, egli proietta di continuo
un’immagine di ciò che l’Assemblage dovrebbe essere.Influenzando così la visione che egli stesso ha di sè e, di conseguenza, quello che esso è in realtà. I tal modo Enea, che mediante la manipolazione dell’objet trouvè, diviene un ironico
utopista visionario, dipinge un ritratto stimolante della sua professione di artista-rigattiere. In lui si riflette la sua stessa creatura con tutte le sue contradizioni, sino a creare un’atmosfera di lavoro che combina la frivola
appariscenza della linea corale di un “musical” col fervore di qualche oscura setta religiosa,fondendo estremi di grande dedizione a estremi di tremenda indisciplina. Malgrado tutte le contraddizioni (e nulla è più creativo di una
contraddizione) il risultato è una fede, fuggevole quanto evidente, nel proprio operato, e un’univocità di impegno che va oltre la professionalità di tale schiettezza. Questo processo non è ne conscio ne deliberato, semmai è una
conseguenza naturale del fatto che quest’arte è quella che è. Allo stesso modo la dinamica alchimista dell’artista di rado si esprime attraversoregole etiche ed estetiche conformi, ma piuttosto tramite uno sguardo; un gioco; uno scatto di
bile o intuizione. Enea, insomma, per la creazione delle sue opere, fa uso del fascinomagico dei grandi leaders, ottenuto sia imponendo la sua volontà grazie alla mera forza di personalità, sia inducendo negli altri dedizione attraverso la
sua stessa vulnerabilità.
"RAZIONALI ED ELEGANTI" antiquariato anno 2000
di giovanna zanella
Prorompente. Una voglia irresistibile di ricreare nelle proprie case quelle atmosfere metropolitane d'altri tempi che sembrano rubate alle tele di
Edward Hopper. È questa la molla che fa scattare la passione per l'acquisto di mobili per ufficio, negozio e bar datati Novecento. Pezzi dei primordi dell'industrial design, funzionali e razionali nella suddivisione degli spazi e dei
volumi, che, oggi, vengono reinterpretati e adattati nell'arredamento delle nostre case.Voglia di bello e di ordine, perché ogni oggetto abbia il suo meritato "rifugio" e sia facilmente rintracciabile nel caos domestico. E
cosi quello che ottant'anni fa era lo schedario di un ragioniere o di un cancelliere del tribunale, ora trova una nuova collocazione. Non è raro vedere cassettiere a tapparella collocate in bella vista in bagno come portasciugamani e
biancheria. Casi come è frequente vedere librerie portaschedari con ante in vetro retraibili trasformate in armadi in cui riporre indumenti da rintracciare a colpo d'occhio. Dai colletti bianchi ai giorni nostri, i mobili per ufficio
dei primi cinquant'anni del XX secolo sono divenuti un cult. La storia della loro escalation inizia negli Stati Uniti, si trasferisce in Gran Bretagna e da lì invade Germania, Francia, Austria e Italia. È Enea Bracciali,
esuberante collezionista e rivenditore del genere, che ce ne parla. "Ho iniziato la mia attività nel 1968. All'inizio gli amanti del genere erano, soprattutto, artisti, fotografi e registi. Poi sono arrivati i personaggi della
moda che ne hanno fatto letteralmente man bassa, facendo di questi mobili un enomeno trendy. E, oggi, invece, la clientela si è diversificata e sono ricercati un po' da tutti: dal manager che lavora anche la notte nell'intimità
del suo studio, dall'avvocato che, stanco dei soliti mobili in serie, standardizzati e omologati nelle forme e nei colori, desidera un ambiente di lavoro confortevole ed esteticamente gradevole, alla giovane coppia che si reinventa il loro
utilizzo per gli usi più disparati, al negoziante che desidera mettere in mostra la propria mercanzia in un mobile a effetto. I miei primi pezzi", prosegue Bracciali, "li ho recuperati nelle aule dei tribunali e nei comuni.
E ricordo di aver venduto la mia prima scrivania a serranda nel 1970 al costo, allora altissimo, di duecentomila lire: circa due mesi di stipendio di un impiegato medio del tempo. Da allora, non ho più smesso di occuparmene, anche
perché la domanda rimane alta. Gli oggetti sono sempre gli stessi, sono solo i prezzi che sono cambiati". In mogano, rovere, ciliegio, queste cassettiere, scrittoi, sedie girevoli e fisse, librerie a vista e a vetri, banconi da
bar o banconcini da reception di piccoli alberghi, continuano a conquistare l'occhio, e il portafoglio, di innumerevoli persone, ma con una differenza. "Prima", spiega
Enea, "erano soprattutto richiesti pezzi statunitensi e inglesi, Paesi in cui erano stati prodotti industrialmente sin dalla fine dell'Ottocento. Poi ci si è accorti che anche l'Austria e la Germania non erano da meno e, alla
fine, c'è stata la grande riscoperta anche del mobile per ufficio made in Italy. In particolare, sono due le aziende italiane che hanno fatto scuola a partire dal 1910-20: la Antonio Ferretti di Milano e la Schirolli di Mantova, che
esiste e produce tutt' ora. I loro prodotti erano costruiti con grande maestria e con grande attenzione al dettaglio. La Schirolli si differenziava dalla Ferretti per l'eleganza delle forme e l'accuratezza dei particolari. Ma entrambe hanno
fatto scuola. Esattamente come la Globe inglese o la Stolzenberg austriaca. Questi sono i mobilifici specializzati che reputoi migliori. Sarà perché, ieri come domani, le loro linee rimangono attualissime e perfettamente
inseribili in quasi tutti i contesti; e sarà perché, seppur prodotti non artigianalmente, ma con macchinari, la loro robustezza li rende insensibili al passare del tempo, proprio come dovrebbe essere un vero mobile per ufficio,
creato per essere usato, strattonato, urtato, aperto e richiuso mille volte al giorno". Ma la loro reperibilità è cosi vasta? "Si, perché c'è chi se ne disfa, senza neppure sapere cosa possiede, e chi li
vende perché soggiogato dalla voglia di moderno a tutti i costi. Inoltre, all' estero si tengono aste specializzate nel genere. È altrettanto vero, e qui devono prestare attenzione gli acquirenti, che molti dei pezzi in
circolazione non s0no autentici, ma riproduzioni attuali fatte a Bali e in India: prodotti a basso costo rivenduti agli stessi prezzi di quelli d'epoca". Chissà in quanti hanno buttato o regalato vecchie scrivanie, schedari e
librerie; hanno sbagliato? "Partendo dal presupposto che non si può conservare tutto, non fosse che per ragioni di spazio, di certo non mi sentirei di colpevolizzarli anche se qualche cliente, vedendo la mia galleria, ha tante
volte esclamato che era identico a quel tal pezzo che aveva lo zio o il nonno. Ma non ci si può far nulla. Certo, il boom del modernariato ha insegnato una cosa fondamentale: tutto quello che c'è oggi in commmercio prima o poi
ritorna sul mercato. Bastano cinquant'anni perché un oggetto venga definito d'epoca. Quindi, chi ha spazio conservi, e chi non ne ha si prepari a ricomprare quel tal pezzo che ha dovuto gettare anni prima, ma con il quale ha, magari,
anche legami affettivi dettati dai ricordi, e ora lo rivuole". Insomma, l'importante è stare all'occhio, propriocome "Falchi nella notte", la famosa tela di Hopper. E non farsi imbrogliare da qualche venditore
improvvisato con falsi d'importazione asiatica. Rischio che si corre, soprattutto ai mercatini del' antiquariato.
"IL PARADISO DEL RIGATTIERE" brava anno 1974
di aavv
E' il trovarobe più
famoso di Milano e Lombardia: a lui si rivolgono fotografi e registi televisivi quando sono in vena di fare meraviglie "alla Visconti". Ha sempre qualcosa di speciale che non trovere
te mai, anche girando per tutte le fiere d'Italia: mobilli antichi, bastoni, brocche, cornici, ventagli, sedie, paraventi, quinte teatrali e una serie incredibile di altri oggetti che solleticano inevitabilmente un gran desiderio di
possederli. Si chiama Enea Bracciali che nel suo magazzino di curiosità d’epoca (in via Romilli 7, tel. 02 53.96.211) vi accompagna sempre con allegria illustrando e vendendo le meraviglie contenute. La domenica mattina e
pomeriggio è sempre a disposizione: gli altri giorni è difficile trovarlo perchè va in giro
(solo lui sa dove) a cercare le cose più belle per il suo magazzino traboccante di pezzi vecchi e preziosi che hanno mai (anche questo va detto perchè è importante) prezzi troppo alti o inaccessibili alle
borse"normali". "Sono tanto felice che spesso penso di essere morto e di trovarmi in paradiso": lo dice Enea Bracciali, rigattiere da 6 anni dopo essere stato vetrinista presso dei grandi magazzini (LaRinascente) ed aver
conosciuto la miseria nera. Lo si trova al fondo di una scaletta maleodorante in via Avezzana, 23 Milano. Qui ci sono cinque locali cantina uno di seguito all'altro dove si ha l'impressione di precipitare nell'800, anche se lo scantinato
potrebbe essere del Novecento fino agli anni Trenta . Infatti ci sono stipati bottiglie, bastoni, ombrelli, cappellini con veletta, bambole di porcellana, macchine per cucire, mutandoni, tutto insomma quel che nonni e bisnonni possono aver
messo via per non adoperarlo più ma senza il coraggio di buttarlo, dalle lampade a olio alle vetrate liberty. Enea ha gli occhi che brillano nel raccontare dove ha trovato questo o quell'oggetto, e rovista instancabile mostrando i
suoi pezzi, fiero del suo nuovo mestiere di rigattiere che lo ha reso veramente felice. Anche se i prezzi ti sembrano cari, incantato dalla magia delle cantine e di Enea, tu compri, forse soprattutto perchè è la prima volta che
senti qualcuno confessare con tanto candore di essere finalmente felice e non vuoi deluderlo.
"ARTISTA RIGATTIERE " classic living n° 5 e 6
di enrico piergiacomi
Elemento catalizzatore di ogni cosa E' il dono che ha Enea Bracciali di contagiare l'immaginazione del pubblico con i diversi miti che lo ispirano. Sia direttamente che indirettamente, egli proietta di continuo un'immagine di ciò' che
l'Assemblage dovrebbe essere. Influenzando cosi' la visione che egli stesso ha di se' e, di conseguenza, quello che esso e' in realta'. In tal modo Enea, che mediante la manipolazione dell'objet trouve', diviene un ironico utopista
visionario, dipinge un ritratto stimolante della sua professione di artista-rigattiere. In lui si riflette la sua stessa creatura
con tutte le sue contraddizioni, sino a
creare un'atmosfera di lavoro che combina la frivola appariscenza della linea corale di un "musical" col fervore di qualche oscura setta religiosa, fondendo estremi di grande dedizione a estremi di tremenda indisciplina. Malgrado
tutte le contraddizioni (e nulla e' piu' creativo di una contraddizione) il risultato e' una fede, fuggevole quanto evidente, nel proprio operato, e un'univocita' di impegno che va oltre la professionalita' di tale schiettezza. Questo
processo non e' ne' conscio ne' deliberato, semmai e' una conseguenza naturale del fatto che quest'arte e' quella che e'. Allo stesso modo la dinamica alchimista dell'artista di rado si esprime attraverso regole etiche ed estetiche conformi,
ma piuttosto tramite uno sguardo; un gesto; un gioco; uno scatto di bile o intuizione. Enea, insomma, per la creazione delle sue opere, fa uso del fascino magico dei grandi leaders, ottenuto sia imponendo la sua volonta' grazie alla mera
forza di personalita', sia inducendo negli altri dedizione attraverso la sua stessa vulnerabilita'.
Di contro egli adula, ammalia, rimprovera, diverte, ignora, fa infuriare, delizia, stupisce o terrorizza. Detto questo, che Enea Bracciali nei suoi quasi 40 anni di lavoro, considerata la cinetica delle sue opere, si ispiri - magari senza
nemmeno volerlo - ai futuristi o ai dadaisti piuttosto che agli effetti della grammatica dell'assemblage, non significa che manchi di coerenza poetica: infatti corre sempre nelle sue opere l'impronta sensibile e mnemotecnica. Ipomnesica
direi. Ne risulta, allora, un lavoro non intimista che indaghi sull'opera, sui significati, che ogni uomo ha o dovrebbe avere sulla condizione della solitudine spazio e tempo per dimorare sui propri pensieri. La complicita' e le connessioni
fra il silenzio e la solitudine per misurare o impossessarsi dei confini del proprio infinito, o delle proprie desolazioni.
Un vuoto necessario per catalogare le urgenze che spingono a nominare azioni e obiettivi. La chimica ermetica metabolizzata dall'artista che si dipana lungo un incredibile processo di trasformazione per reinventare macchine eminentemente
"celibi", e' in verita' un simbolismo e, come nel caso dell'oro dell'alchimista, la trasformazione che conta davvero non e' visibile all'esterno, bensi' dentro. Il rituale dell'assemblaggio e' una preparazione dell'Io attraverso la
scelta dei materiali, a volte, di vera e propria archeologia industriale. Enea deve ricordare spesso ai fanatici teorici dell'arte che il suo fine non e' mai decorativo, ma riduttivo, in modo da dilatare ed accentuare quanto gia' esiste: non
serve dipingere un angelo o una puttana, ma a trovarli magari fra i frammenti metallici abbandonati dalla societa' industrialeper poi sottolinearli e ingrandirli.
"VIVERE CLASSICO" classic living n° 5 e 6
di aavv
L'artista contemporameo ha la piacevole abitudine di voler conoscere l'acquirentedelle sue opere. L'incontro fu per entrambi significativo e stimolante. Quando ci salutammo,
insistette per lasciarmi un suocatalogo illustrato. Qualche ora dopo, sfo-gliando la pubblicazione, con sorpresa trovai scritto nel frontespizio: "il mio quadro l'ho rivisto dove le cose hanno un'anima" ....quando conobbi Enea
Bracciali... Per alcuni semplicemente un fortunato rigattiere, per pochi altri un sensibile artista. Dopo aver saccheggiato le più aristocratiche soffitte di mezza Europa, pur nonsapendo disegnare e pur non essendo un intellettuale,
Enea ha inventato queste fantastiche "macchine delle luce" macchine?! lampade?! sculture?! Comunque forti emozioni! Provo un profondo rispetto per la persona che ha sempre "creato" per il piacere di creare e che ha
trovato nel lavoro sempre grande gioia e divertimento.
"TUTTE LE PISTE DEL LIBERTY" corriere della sera 1990
di lina sotis
Nell'ambiente è conosciuto come l'attila dei mercatini dell'antico: dopo di lui il niente. Nella vita è un grande attore, incontrarlo è infatti un vero spettacolo, denso di colpi di scena, di acuti, di rabbie in provvise
e di ancor più improvvise tenerezze. Enea Bracciali è sicuramente il rigattiere più famoso della città. "Vado da Enea" (il cognome lo sanno in pochissimi), "chiediamolo ad Enea",
"sicuramente Enea avrà qualcosa" sono frasi ricorrenti perfino alla Scala. A lui ricorrono, ogni tanto, scenografi, conme Ezio Frigerio, o registi come Bernardo Berlolucci.
Molti interni del film "Novecento" erano infatti arredati con alcuni dei suoi mobili. Ma a Enea, ormai diventato famoso, più che dei successi piace porlare della sua infanzia difficile. "Poveri, ma poveri che più
non si può.Dopo la guerra la famigila ha abitato nelle tendopoli, nelle baracche e solo alla fine, con grande emozione, è approdata in una casa di pietra". A vedere adesso tutta la mercanzia di cui questo re dei rigattieri
è circondato, si fa molta difficoltà a immaginarIo in tenda. Intorno a luicentinaia di mobili, di lampadari, di appliques, di vetrate e di tendine, tutte in stile rigorosamente liberty. "Se quarant'anni fa avessi avuto un
milione adesso avrei miliardi, dice sospiroso Enea, e quanta roba meravigliosa ho visto buttare". Forse per paura che esista ancora qualcuno, così ingenuo, da buttar via cose meravigliose, Enea ha preso l'abitudine di tener
chiuso il suo enorme spazio espasitivo tutte le mattine. Durante le ore del sole infatti il signore si tramuta in una specie di 007 del mobile liberty. Di casa in casa, di ricordo in ricordo, Enea segue tulle le piste dello stile floreale.
Per convincere i proprietari vendere le loro cose o per venderle, quando oramai sono diventate sue, il re dei rigattieri usa un lingUaggio, forbito e fiorito, come lo stile che ama. Più che parlare Enea, poeta in falsetto. Tende poi a
parlare velocemente di danaro e diffusamente d'amore. Andare a trovarlo può essere un'avventura anche per chi non ama l'antico. Avventura a lieto fine o a cattivo fine, perché Enea vende solo a chi gli piace. A 11 anni vendeva
gelati al cinema Dante, per aiutare lafamiglia. Oggi di cantina in cantina,è arrivato a possedere un 'intera palazzina in via Romilli, 7 a Milano, dove depositare mobili, suppellettili e tanti oggetti affascinanti quanto strani. Oltre
a impugnare, saldamente, lo scettro della sua categoria.
"GIORGETTI" 1990
"IL PARADISO DELL'OBJECT TROUVE'" la mia casa anno 1995
di loredana colonna
Enea Bracciali, il "rigattiere" più famoso di Milano, ci racconta come è nata la sua professione. Oggi i suoi oggetti sono ricercati dai collezionisti è vengono richiesti da famosi registi per completare le
scenografie dei film. Per Enea Bracciali, sicuramente il rigattiere più famoso di Milano, il passato non è solo passato, ma lunghe ombre scure che cavalcano lo sua mente, che si intrecciano in una vorticosa, magica danza di
ricordi. AI di là del fiume, tra gli alberi, nella casa materna dei nonni, si sviluppa la sua primissima infanzia. In un mondo semplice, contadino, dove la stretta di mano del nonno era l'unica forma di contratto conosciuta, Enea
cresce sereno. Purtroppo questa magica realtà viene presto interrotta ed Enea si ritrova all'età di soli 7 anni a vivere, con i genitori, nelle tendopoli della Milano del dopoguerra. Raccoglitore di giornali, per scaldare la
baracca, a 11 anni venditore di gelati al cinema Dante, per aiutare la famiglia. Non c'è retorica o falso pietismo nelle sue parole ma solo rabbia e tenerezza. A Milano solo desolazione, miseria e una rabbiosa voglia di uscirne.
Starlo ad ascoltare è come assistere ad uno spertacolo di cui sa di essere il vero protagonista. Alterna stati d'animo di grande euforia a lunghi silenzi o ad improvvisi scoppi d'ilarità, come quando ti racconta che alla fiera
di Senigallia, alle quattro del mattino, aiutava un vecchio a scaricare mobili perché sperava che morendo gli avrebbe lasciato la licenza di vendita, che naturalmente lasciò ad un altro. Per caso a 18 anni, facendo il
vetrinista alla Rinascente, incominciò a raccogliere vecchi oggetti che la gente buttava. Raccoglieva, restaurava, custodiva gelosamente e solo occasionalmente affittava questi oggetti a chi voleva fare bella la vetrina.
A poco a poco affittò i suoi "objets trouvés" a studi fotografici, cinematografici e televisivi. Il mestiere prese a rendere così bene che, ab. bandonato il lavoro alla Rinascente, si mise a farlo in proprio
con l' aiuto della zia Dolores che gli imprestò il primo milione "che conta". Affittò una prima cantina, poi una seconda ed infine una terza per sistemare tutta la mercanzia che raccoglieva. Incominciò anche a
vendere rinunciando così a quella parte di cuore che si affezionava agli ogget-ti. Non era più il ragazzo con il cilindro di Senigallia ma l'Enea, il famoso "trovarobe" di Milano. A lui ricorrevano scenografi come
Ezio Frigerio o registi come Bernardo Bertolucci. La sua attuale abitazione, nel quattiere cinese di Milano, è una vecchia casa di ringhiera, con le travi in legno al soffitto e i pavimenti in pietra. Strutturata in modo semplice ma
elegante, segue un percorso breve ma intenso. Si entra nel soggiorno suddiviso in zona conversazione e pranzo, dove, accanto ai comodi divani Frau e alla poltrona Chesterfield, fanno bella mostra dei gruppi di lampade che Enea chiama
"gruppi scultotei". Sono lampade assembIate dallo stesso Enea, recuperando vecchie piantane cromate con saliscendi degli Anni '50 e vetri opaline. Ogni oggetto, ogni mobile, ogni particolare della casa è una proiezione
dell'animo di Enea, che ha saputo infondere in ogni elemento decorativo un palpito di vita speciale. Enea oggi di cantina in cantina è arrivato a possedere una palazzina intera in Via Romilli 7, dove deposita centinaia di mobili,
suppellettili, lampadari, appliques, vetrate. Si è specializzato in mobili a tapparella del primo '900. Architetti ed arredatori si rivolgono a lui per trovate cose "speciali" perché da Enea c'è proprio tutto.
"i mobili da lavoro"
di aavv
Si potrebbe datare ufficialmente la riscoperta e il lancio sul mercato del collezionismo di questo genere di recente antiquariato nel 1984. A Parigi il Ministero delle Finanze viene sfrattato dal Louvre e
coglie l'occasione, insediandosi nella sua nuova sede, per rinnovare l'antico arredamento. Con i vecchi mobili viene allora allestita un'insolita mostra intitolata "La storia del mobile da ufficio" che riscuote subito uno
straordinario e inatteso successo. Librerie, classificatori, schedari e scrivanie vanno a ruba nella vendita all'asta che chiude la manifestazione. Per la particolare categoria di mobili e complementi definiti tout court Ministero ha inizio
una nuova "carriera". Anche in Italia il terreno fertile e si moltiplicano con rapidità gli appassionati e i collezionisti. Alla base della loro popolarità i mobili Arti e Mestieri hanno un design semplice ma
accattivante e soprattutto uno studio approfondito della funzionalità. Furono i produttori americani a valorizzare per primi, già alla fine dell'BOO, queste caratteristiche immettendo sul mercato una ricca produzione di serie
destinata agli studi privati e agli uffici. Anche in Italia non sono poche le aziende che, negli anni 20 e 30, utilizzando spesso i brevetti made in Usa, sfornano pezzi tutt'oggi presi ad esempio da importanti progettisti.
"una casa bric-a-brac"
di aavv
Una convivenza di stili, di materiali, di collezioni caratterizza questo spazio abltativo: un giusto cocktail con una dose di "Vlttoriale" e di vecchio giardino botanico. Era un appartamento di tre stanze, cucina e bagno in una
stabile senza storia ne stile, una costruzione degli anni '60, di quelle che fiorivano quasi all'improvviso nelle zone suburbane delle grandi città. L'appartamento è stato liberato della maggior parte delle sue parati divisorie
e dalle sue tre piccolissime stanze è stato ricavato uno spazio aperto appena movimentato da un muretto, lasciato ad altezza di cm 210, e da una lineare pedana: due volumi che attenuano l'uniformità dello spazio ed inoltre
scandiscono le varie zone della casa. Costruito i'involucro si è cosl passati alla fase decorativa dell'ambiente, mettendo una moquette berbera sul pavimento e sul gradone, lasciando a vista il pavimento di graniglia nella zona
ingresso e tinteggiando le pareti con idropittura bianca Enea Bracciali, proprietario e arredatore di questo appartamento, ha scelto poi i vari elementi d'arredo con voluta casualità, accostando fanali stradali a mobiletti
ambulatoriali, il tutto di epoca compresa fra la fine '800 ed il 1940: soltanto i divani ed i mobili componibili in cucina sono di normale produzione. Dislocati dappertutto sono stati disposti dei vasi di piante verdi "trait
d'union"col grande terrazzo. Direttamente dall'ingresso si accede nall'ampio e arioso spazioabitativo adibito a soggiorno. I due divani dalla zona conversazione sono di normale produzione di serie, mentre tulli gli altri elementi
d'arredo e le suppellettili sono di epoca compresa tra la fine '800 ed il 1940. Una policroma vetrata di finestra a doppio battente di periodo Liberty scherma la stretta cucina dalla zona ingresso. Le vetrata è statamontate su due
telai metallici (laccati di bianco) scorrevoli su di un binario fissato dietro un'alta fascia di legno anch'essa verniciata di bianco. Un mobiletto ambulatoriale dalla struttura in ferro conripiani in marmo chiaro ospita una scultura
bronzea, dei catini in ceramica, fragili flaconi in vetro e alcune scatole decorate a piccoli disegni. Il grande terrazzo sul quale si aprono la finestra ed i balconi della zona pranzo-conversazione è stato arredato con vecchi mobili
pieghevoli da giardino caratterizzati da una struttura in ferro laccata in verde prato con parti in legno, per le poltroncine, e in marmo candido, per il piano del tavolo. Nella cucina, a pianta rettangolare, i mobili bianchi prodotti dalla
Alno sono stati distribuiti sui due lati lunghi della stanza. A pavimento è stata lasciata la pavimentazione pressistente in graniglia sui toni del grigio, mentre al soffitto è stato applicato un lampione stradale a gas della
Roma papalina fine '800. Nella zona-pranzo è stato sistemato un tavolo allungabìle (tenuto sempre aperto) in noce biondo, sul quale poggiano dei barattoli in vetro da drogheria illumina tutto "ambiente una splendida
lampada a sospensione in fusione di ottone con parti in vetro ed una piantana con boccia in vetro opalino. Sulle bianche pareti spiccano uno specchio pubblicitario e due vassoi da caffetteria primi novecento decorati a motivi floreali.
"A CACCIA DI TESORI" la notte anno 1990
di roberto brusadelli
L'oggetto più curioso è un fonografo da viaggio del 1915: un «giradischi» per 78 giri, che le famiglie della buona borghesia meneghina si portavano dietro per allietare viaggi e scampagnate.
La "raccolta" più divertente è quella dei vecchi vasi da notte, che occupano un intero armadio. "Ho scelto di collezionarli, ci spiega Enea Bracciali, perché mi ricordano le abitudini del mondo contadino,
il mondo in cui sono nato e cresciuto. Un po' come le scatole di latta dove si tenevano dolci e biscotti".
Nel suo spazio espositivo di via Romilli 7 (aperto dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19) Enea ha accumulato un vastissimo campionario di quello che è riuscito a raccogliere nella sua ventennale carriera di rigattiere. In mille
metri quadrati si trova veramente di tutto e tentare di dare un' idea è impresa difficile.
A titolo solo esemplificativo si possono citare: una serie di mobili per ufficio ("oggigiorno sono molto ricercati per la loro praticità: tra l'altro, sono tutti dotati di serrandine"), decine di lampade delle fogge
più varie, orologi, manichini, cappelli, insegne pubblicitarie, l'oggettistica più varia (scatole, boccette di profumo, oggetti da toilette, bicchieri e tazzine, binocoli, e così via), qualche registratore di cassa di
quelli vecchio stile.
"Facendo questo lavoro ho potuto verificare quanto è cambiato l'atteggiamento della gente verso le cose vecchie. Fino a vent'anni fà, per esempio, si trovava abbastanza facilmente l'oggettistica più diversa a prezzi
buoni: la gente era più propensa a disfarsi di molte cose. Adesso tutti sanno "gestire" meglio quello che hanno in casa".
Enea riceve decine di segnalazioni da parte di chi vuole "piazzare" qualcosa che magari ha scovato in un vecchio solaio della tenuta di campagna appena ereditata. "Mi muovo moltissimo, voglio verificare di persona quello che
mi propongono. La mia zona è Milano e la Lombardia: qualche volta vado anche a Torino e Genova, raramente all'estero.
Molte di queste chiamate si rivelano inutili, ma naturalmente c'è sempre quella segnalazione che permette di trovare un pezzo interessante".
Ma come si giudica interessante un oggetto che era di uso comune magari all'inizio del secolo? "Ci vogliono due requisiti: il gusto personale, che si affina col tempo, e una buona preparazione culturale, che uno invece deve aver
già acquisito se vuole dedicarsi con serietà a un'attività come questa».
"LUCE INTERNATIONAL" anno 1990
"IL COLLEZIONISTA" milanocasa anno 1974
di aavv
"Qualsiasi cosa scovi o mi si proponga purché risalga a settanta, ottanta anni fa fino all'Art Decò mi affascina". Questa è la dichiarazione che mi sono sentita fare da Enea Bracciali, un curioso
personaggio incontrato alla fiera di sinigallia. Non molto alto, magro, scattante, gli occhi vispi e intelligenti, vestito di poco, ma in modo un tantino ricercato, amico di magnati dell'industria, architetti, fotografi, Enea ama definirsi
una persona molto semplice, libera, priva di pregiudizi, amante della vita e dell'umanità. "Se io amo una persona l'amo per quello che mi può dare e ne subisco inesorabilmente il fascino, posso amare anche un uomo".
Pur essendo di oggi , Enea è legato al passato che per lui non rappresenta un discorso finito, ma anzi qualcosa che va ricercato, vissuto, mantenuto attraverso questi oggetti che raccoglie intorno a se. "Tutte queste cose oggi
non le fanno più perché non sono riproducibili macchinalmente, industrialmente, ma implicano un apporto personale, estro e fantasia, insomma pensiero e fatica e oggi non si vuole più pensare e dare". " E'
difficile che le persone capiscano la reale validità di queste cose che magari non hanno un valore intrinseco e non rispondono a certi canoni stilistici, ma sono belle proprio perchè sono brutte, anche se oggi la gente ha preso
più coscienza del "bello" e delle differenze di stile o di epoca. La televisione, i giornali, le fotografie pubblicate hanno fatto molto ed hanno fatto scoprire il piccolo oggetto, magari fino al quel momento relegato in una
cantine e l’hanno fatto apparire vivo, ancora attuale, interessante ed hanno provocato il desiderio di cercarne altri simili, hanno insomma risvegliato la curiosità di conoscere. Per me scoprire un oggetto qualcosa che ancora
non ho, è come scoprire un tesoro trovare un milione in una busta dimenticata”. Enea ha fatto di questa sua passione il suo lavoro, che naturalmente per lui è il più bello del mondo. Le sue giornate le passa a
cercare, scoprire, comprare, scambiare cappelli, abiti, oggetti curiosi, borse, cose inutili, a ripulirli, aggiustarli, riportarli al loro aspetto originale e disporli con gusto datogli dalla sua profonda sensibilità e dal suo
precedente lavoro di vetrinista, in affascinanti cantine dove una persona può perdersi nel gusto di continue scoperte. Ma Enea doveva risolvere un problema: vivere, quindi guadagnare, senza staccarsi da queste cose conquistate e non
impiegare il proprio tempo in altre attività che proprio non lo interessavano. “Io amo le mie cose e il separarmene sarebbe come per un uomo sposato divorziare dalla propria donna”. Ed ha risolto questa impasse noleggiando
le sue scoperte a registi, pubblicitari, a chiunque abbia bisogno di un oggetto, il più impensato, che appartenga all’epoca che lo interessa. Ogni volta che qualcuno gli chiede di vendergli qualcosa è un dramma, lui
stesso dice: “Le mie cose e solo alcune, posso dare a persone che mi sono amiche o molto vicine, che hanno una certa sensibilità e che meritano di averle. Certa gente non può avere certe cose solo perché ha i soldi
e anche gli amici che me le chiedono lo devono fare con insistenza. E poi preferisco noleggiare o semplicemente far vedere perché così, per esempio, qualcuno si ricorda di avere, magari cacciata in fondo a qualche vecchio
armadio una bottiglia del tipo delle mie e me le offre”. Per Enea raccogliere, collezionare, significa ricostruire atmosfere, pezzi di mondo. Infatti, egli dice: “E’ molto difficile se non impossibile trovare oggi, tutte
insieme, queste cose che io amo perché non hanno un grosso valore commerciale, e anche se sessanta, settanta anni fa potevano essere raccolte, sono poi state trascurate, gettate in un angolo, regalate, perché l’era
consumistica non ha molto posto per il romanticismo e io le ricerco casa per casa, solaio per solaio e ricostruisco questi insieme di ricordi”.Enea ha un sogno che sta perseguendo con implacabile puntiglio: acquistare una vecchia
cascina con un po’ di verde intorno”perché la gente mi piace, ma qualche volta vorrei riposare” e viverci con tutte le sue cose, due cani e un cavallo. Ma questa cascina non dovrà essere lontana da Milano
“… mi spaventa l’idea di essere lontano in un posto isolato” perché Enea non vivrebbe mai lontano dalla sua città che trova bella, molto colorata e piena di sfumature. “Le persone che non la sanno
vedere così è perché sono bloccate, vivono affannosamente, corrono tutto il giorno, anche senza motivo, e arrivano alla sera stanche con l’unica esigenza di sedersi davanti al televisore o di chiudersi nella sala
di un cinema, si rifiutano di guardare certi scorci al tramonto, le luci che si riflettono nei navigli, le vecchie insegne di trattorie con giardino, di alzare gli occhi verso le tantissime case di un vecchio che vuol dire tradizione e
sicurezza, di un nuovo che vuol dire impegno e spirito di avanguardia, di un antico che ci ricorda come la misconosciuta Milano ha avuto sempre qualcosa da dire al mondo.me la misconosciuta Milano ha avuto sempre qualcosa da dire al mondo.
"A SECRET SOURCE IN MILAN" new york times 1980
di maria mulas
Milano, Italy, 24 september. while visitore to the International Furniture Fair here assiduosly look over the new tables and chairs, some can be overheard making plans to sneak off "to Enea". enea is not a town or a
restaurant, but Enea Bracciali, an antiques dealer whose shop is hidden away in the basement of an apartement building at 19/a via Fratelli Rosselli. There are chandellers, vintage bicycles and Art Nouveau statuettes; flasks, tins, china,
antiques clothing and paitings; furniture and Art Decò silver, as well as many pre World war I object that have appeared in films by Visconti, Bertolucci and Pasolini and in television and theater sets. "These thing represent a
world other than reality for me ". Mr Bracciali said "I can dream whit them". During the week, he is "always out" but on Sunday he's always in the shop. Milano, Italy, 24 september. while visitore to the
International Furniture Fair here assiduosly look over the new tables and chairs, some can be overheard making plans to sneak off "to Enea". enea is not a town or a restaurant, but Enea Bracciali, an antiques dealer whose shop is
hidden away in the basement of an apartement building at 19/a via Fratelli Rosselli. There are chandellers, vintage bicycles and Art Nouveau statuettes; flasks, tins, china, antiques clothing and paitings; furniture and Art Decò
silver, as well as many pre World war I object that have appeared in films by Visconti, Bertolucci and Pasolini and in television and theater sets. "These thing represent a world other than reality for me ". Mr Bracciali said
"I can dream whit them". During the week, he is "always out" but on Sunday he's always in the shop.
"DOMENICA=ENEA" playboy panorama 1974
"playboy" 1974
di laura dubini
La pioggia costringe i milanesi alla domenica in città? Tutti da Enea: nelle cantine da lui riempite con falso disordine di oggetti e mobili, si comincia a frugare tra le cose del passato. Si trova la coperta di filet, la vecchia
radio ingombrante, i giochi passatempo di legno, il servizio da barba di ottone, i soldatini, etc... Enea sta in via Montemartini 4, Milano.
"Panorama" 1974
di aavv
Nuova moda. Enea Bracciali uno dei più grossi venditori milanesi di vecchi indumenti. La moda è nata da poco in Italia, fra i giovanissimi. E' una possiblità in più di essere liberi, sostiene Elio Fiorucci,
industriale della moda giovane.
"SCATOLE DI LATTA, NUOVA PASSIONE" spazio casa anno 2000
di miloska pavesi
C'è chi accumula l'accumulabile per un desiderio inconscio di possesso, ma c'è anche chi raccoglie con passione gli oggetti di cui ama circondarsi per il piacere degli occhi. Poco importa il valore: contano solo estetica
e,affettività, come nel caso delle scatole di latta che possono diventare spunto per unacollezione da esporre su mensole o in vetrinette me elemento decorativo. Proprie- tario gelosissimo e orgoglioso di una
bella raccolta (circa 400 pezzi che vanno dal 1890 al 1950, tra cui i famosI contenitori per biscottidella Lazzaroni) è Enea Bracciali, rigattiere milanese che recupera e seleziona davvero di tutto. "Amo
questi oggetti perché mi ricordano la mia infanzia e il periodo felice vissuto con la nonna. In quei contenitori ci te- neva fili, biscotti, caramelle. E poi, le scatole sono fonte continua di sorprese".
"NON ROMPETE LE SCATOLE" vivimilano " anno 1999/98/97
di aavv
Una scatola come «oggetto del desiderio»? Può succedere. Specialmente se ci si imbatte in uno di quei fascinosi contenitori di latta decorati in cui le nostre bisnonne tenevano i biscotti. «Alcune scatole sono delle
vere e proprie rarità, piccoli capolavori di gusto liberty o floreale, o curiosi espositori da negozio, come i contenitori Saiwa a forma di bidoncino che possono valere anche più di un milione», spiega Enea Bracciali che
nel suo magazzino di curiosità d’epoca (in via Romilli 7, tel. 02 53.96.211) di questi preziosi cimeli di latta ne ha raccolti oltre duecentocinquanta. Una collezione unica, che lui, incredibile a dirsi, è disposto a
vendere. Ma solo a una condizione: che la si compri in blocco. Il prezzo? Tutto da vedere.
"la rivoluzione in casa "
di aavv
ENEA BRACCIALI via Romilli, 7 tel 02 5396211 «Non buttate via niente!», dice Enea storico brocanteur milanese. La sua ultima passione è quella di costruire magnifici giocattoli con i più svariati utensili.
«Assemblagiste» d'eccezione ritira anche oggetti d'epoca.
"chi cerca trova: dal comò alla trojka "
di aavv
CHE SCRIGNI, Enea Bracciali, èil brocanteur più famoso di Milano, il trovarobe per eccellenza a cui ricorrono registi come Bernardo Bertolucci. Di cantina in cantina èarrivato a possedere una palazzina intera in via
Romilli, dove deposita centinaia di mobili, suppellettili, lampadari, appliques, vetrate, tende e meravigliose collezioni di ombrellini da passeggio. Architetti e arredatori si rivolgono a lui per trovare cose speciali e uniche. È il
paradiso dell’objet trouvé, curato con amore anche se restaurato. Pur essendo un rigattiere Enea ha sempre curato la scenografia del suo spazio, dove ogni tanto appare un fiore, un piz-zo o un ombrellino. Eclettico per
eccellenza oggi è diventato anche un assemblagiste ed esegue con pezzi di recupero lampade e altri oggetti. Qui si possono trovare tavolini da600 mila lire, porta ombrelli inglesi a 350 mila, leggii a 650 mila lire, comò
inglesi a 1.400.000, tavolini porta lavoro a 600 mila lire, lampade da 2.950.000 a 5.200.000. Molti mobili a tapparella del primo novecento.
" "
di aavv
Ma il successo, e la moda, dei vecchi arredi d’ufficio, relativamente recente, merita qualche cenno, perché una piccola storia ce l’ha. Nel 1984, a Parigi, il ministero delle Finanze viene sfrattato dal museo del Louvre e
trasferito in una nuova sede. Per l’occasione vengono rinnovati tutti gli arredi ministeriali. E i vecchi mobili? Prima viene organizzata una grande mostra, intitolata «La storia del mobile da ufficio», che riscuote un
grande successo. Dopo l’esposizione, gli arredi, come vecchie glorie, vengono venduti all’incanto. Questo è proprio uno degli eventi che ha contribuito all’affermazione sul mercato di questa categoria di arredi, un
vero e proprio stile che spesso viene chiamato «ministero».
Il successo degli arredi da ufficio trova presto tantissimi estimatori in Italia, ma anche collezionisti, e commercianti specializzati. Vanno a ruba le vecchie scrivanie, le cassettiere a serranda, i classificatori metallici, gli armadi, gli
scaffali. Diventano famosi i marchi dei produttori originali. A partire da quelli americani che alla fine dell’Ottocento si erano dedicati alla produzione in serie di modelli brevettati a quelli europei che sull’onda di quello
stile si «convertirono» ai modelli d’ufficio.
ENEA BRACCIALI
via Romilli 7, tel. 02-53.96.211.
Da questo notissimo rigattiere-antiquario c’è una vasta scelta di scrivanie e arredi da ufficio storici perfettamente restaurati: porta posta a serranda, scrivanie con tirantini di grandi dimensioni, eredità di una classe
dirigente che vedeva nelle misure della scrivania quelle del proprio potere. Se vi servono cassettiere, qui c’è solo da scegliere.